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La chiesa che non vedrete mai più è già sparita dalla mappa di Google

L’oratorio della Misericordia, in via della Libertà a Campo Ligure, travolto stanotte da fango e pietre. Italia Nostra: <Abbandono del territorio>

La chiesa che forse non avete mai visto, la chiesa che non rivedrete mai più. Nemmeno su Google, dove la si trova solo a saperla cercare, percorrendo sulla mappa via della Libertà, ma non è più contrassegnata dal segnalino che stamattina c’era e se la si cerca con il filtro “chiesa” oppure “oratorio” e “Rossiglione” non compare più. Non una riga su internet su cosa ci fosse dentro, su quando fosse stata costruita e perché stesse su quel terrapieni, proprio sotto alla collina che le è franata addosso. Probabilmente chi si è trovato a passare lungo la strada l’aveva notata per la sua forma particolare. Probabilmente nessuno s’era fermato per entrare a vederla: non c’è posteggio. Che siate religiosi o no, non può non sanguinarvi il cuore al pensiero dell’edificio antico che il fango ha cancellato scendendo come un maglio dalla collina retrostante, quella che qualche abitante dice di aver visto da tempo instabile e con propensioni franose.
La chiesa che non c’è più era l’oratorio o chiesa della Misericordia. Di più non è dato sapere cercando su internet. Ne parla oggi, sulla sua pagina Facebook, Italia Nostra, senza mai nemmeno citarne il nome.

<Con grande costernazione abbiamo appreso oggi che l’alluvione in Valle Stura ha provocato il crollo integrale, irreparabile, dell’antica pieve settecentesca posta nelle immediate vicinanze del borgo di Campo Ligure, lungo la ex provinciale 456 del Turchino in direzione Masone – scrive su Facebook Italia Nostra Genova -. Da notizie riportate dalla stampa locale, che riferiamo come tali senza approfondita verifica, sembrerebbe che da tempo gli abitanti della zona avessero notato e forse anche segnalato alle autorità piccoli smottamenti del ripido pendio sovrastante la chiesa, che, sempre stando a notizie di stampa, sarebbe stata recentemente restaurata. In attesa di avere conferma di queste informazioni – che non commentiamo prima di averne certezza – manifestiamo il dolore per la perdita di un altro pezzo di patrimonio culturale, e sottolineiamo, come principio generale, la necessità della sua tutela, custodia e cura, che va oltre il semplice restauro, ma comprende anche la manutenzione del territorio circostante: la Liguria è un territorio che per secoli ha lottato contro le frane e le alluvioni utilizzando la regimentazione delle acque e la cura agricola del terreno, con il duro lavoro di generazioni di contadini che hanno creato terrazzamenti e canali, tenendoli puliti e riparandoli ad ogni minimo cedimento. In soli 60 anni, dagli anni ’50 del Novecento in poi, la grandiosa millenaria opera di creazione del paesaggio ligure è stata abbandonata fino a renderla irriconoscibile, lasciando spazio all’espansione incontrollata della boscaglia che su terreni un tempo agricoli crea situazioni di grave dissesto. Le frane e gli smottamenti che affliggono la Liguria ad ogni alluvione grande e piccola sono anche il frutto di questo grave abbandono del territorio, ed è necessario iniziare ad affrontare seriamente il problema>.

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